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Perchè uno Spazio Italiano L2?
Per raccontare, a metà tra un diario e uno strumento di riflessione composto di articoli tematici, il vasto campo dell’italiano come lingua seconda ma anche come lingua straniera. Condivido racconti di lavori legati a progetti o ad attività in cui sono stata coinvolta, ma anche piccoli consigli nella didattica dell’italiano per stranieri. Mi piace insegnare l’italiano L2 e per questo voglio condividere con voi questa passione!
La differenza tra italiano L2 e LS.
Italiano L2.
Infatti italiano L2 identifica la lingua di un apprendente che si trova in Italia ma non è per lui la cosidetta lingua madre, cioè l’idioma di origine e viene dunque appresa in un secondo momento. Semplicemente potrebbe trattarsi di uno studente che frequenta le scuole pubbliche italiane e proviene da un altro Paese. L’italiano in tal caso può definirsi lingua di contatto. Questo poichè nella vita sociale e “istituzionale” la lingua utilizzata dai parlanti è quella italiana e non quella dello studente in questione che avrà bisogno di imparare la nostra bellissima lingua attraverso una didattica mirata e specifica. L’apprendimento avviene allora in modalità “mista” ed è sia guidato che spontaneo. I bisogni comunicativi sono più urgenti e legati all’inserimento nella vita quotidiana.
Italiano LS.
La LS identifica invece l’italiano come lingua straniera: ad esempio una persona che si trova all’estero e sta imparando la lingua italiana. Ciò potrebbe verificarsi anche nel caso di corsi attivati nelle scuole in cui si studia come lingua straniera l’italiano (non è così infrequente come si pensa). L’italiano non è presente nelle situazioni sociali e non è parlato abitualmente dai cittadini dunque il suo apprendimento avviene in modalità più circoscritte e solitamente in corsi dedicati. I bisogni degli studenti sono legati qui all’input che fornisce il docente, unico parlante di quella lingua in quel contesto.
La lingua madre.
La L1 o LM è la lingua che si apprende da bambini, quella imparata per prima. Ovviamente nel caso si sia nati in Italia sarà l’italiano, in Spagna lo spagnolo, in Francia il francese e così via. Se un francese si trasferisce a vivere in Italia l’italiano diverrà allora lingua seconda. La faccenda non è così facile come sembra. Non è possibile cancellare definitivamente la propria lingua materna: quest’ultima è importantissima e deve essere mantenuta: la lingua degli affetti, così viene a volte definita. Il bilinguismo e la pluralità di conoscenza delle lingue vanno incoraggiate, la nuova lingua si affiancherà a quella già conosciuta andando ad arricchire il bagaglio linguistico, culturale e anche identitario del parlante non nativo. Sarà anche una risorsa preziosa per l’apprendimento della nuova lingua.