Continua il viaggio nei misteriosi meandri dei segni d’interpunzione della lingua italiana, ovvero nella punteggiatura.
Nell’articolo precedente abbiamo esaminato alcuni dei segni principali; oggi ne vediamo altri, meno usati ma non per questo meno importanti, esplorando la funzione (anzi, le funzioni) dell’amata punteggiatura.
Se provi a leggere un testo teatrale senza punteggiatura, ti apparirà difficile riprodurne l’intonazione. Eccola la parola che cercavo per aiutarti a capire meglio: intonazione!
Nel testo scritto i segni d’interpunzione si prestano proprio a questo delicato compito: riprodurre l’espressione intonativa prodotta dal parlato! (Che bello! Un altro articolo sulla punteggiatura su Punto e Virgola!)
Per sintetizzare: due funzioni principali della punteggiatura.
- Evidenziare la struttura logica e sintattica del discorso;
- trasporre nella modalità scritta ritmo ed espressività del parlato.
I vantaggi derivanti dal suo uso, dunque, si rintracciano nella facoltà di far intendere meglio il testo e aiutare il tuo lettore nell’interpretazione di quest’ultimo.
Non è cosa da poco, non trovi?
L’importanza della punteggiatura.
Se non sei convinto ancora, guarda qui sotto. Come può mutare un testo senza cambiare le parole ma solo la punteggiatura.
Significati diversi con punteggiature diverse.
Nel primo caso sappiamo che il preside, secondo il maestro, non sa scrivere, mentre nel secondo, sarebbe il preside (a detta del maestro) a non saper scrivere!
Perché è importante la punteggiatura.
Cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia, recitava una vecchia, ma valida, regola aritmetica. Qui non vale! Anzi! Eccome se il risultato (o meglio, il significato) cambia.
Nella prima frase, in mancanza di altri elementi del contesto, possiamo supporre che sia Gianni sia Maria stiano male, con Gianni che sta, per l’appunto, poco bene. Maria potrebbe anche cavarsela egregiamente. Chissà forse c’è stata un’epidemia…
Nella seconda frase, inserendo una virgola dopo Maria e un punto interrogativodopo Gianni, otteniamo una domanda diretta rivolta a quest’ultimo. Quindi la persona di cui si vuole sapere lo stato di salute è Maria, non più Gianni.
Questi piccoli esempi ti dimostrano perché è importante la punteggiatura.
Vediamo ed esaminiamo, in breve, altri segni d’interpunzione, utilissimi nella grammatica italiana.
- il Trattino lungo, detto anche Lineetta –
Per iniziare un discorso diretto, come nell’esempio presente nella prima didascalia di questo articolo: il maestro – dice il preside – non sa scrivere. Forse meglio usare le virgolette, per non cadere in spiacevoli malintesi…
Non la confondere con il trattino breve, che tra poco vedremo… Lo so che non sono molto usati, ma non ti sbagliare!
Poi non dire che non te l’avevo detto! (Un pò come si faceva a scuola, che se non si stava attenti la pietosa scusa era “Non l’hanno spiegato” oppure quando l’hanno spiegato ero assente – mentalmente aggiungerei io).
Ma non finisce qui! Il Trattino lungo, o Lineetta, che dir si voglia serve anche a distanziare una parte del testo da una frase, andando in competizione con la virgola e con le parentesi tonde.
“Se proprio lo vuoi sapere – ma mi pare di avertelo già detto – la lineetta non va confusa con il trattino breve.”
“La punteggiatura non è fatta di sole virgole – nonostante molti ignorino questa verità.
Nel primo caso un inciso si trova all’inizio e alla fine di una frase, la racchiude e la contiene: come farebbero due virgole o due parentesi tonde; nel secondo invece, si trova solo alla fine della frase e può essere seguita da un punto, se la frase lo richiede. Lo puoi utilizzare da solo o in coppia, a seconda della necessità.
- Il Trattino breve –
Fratello minore della Lineetta si distingue graficamente da esso per la sua minor grandezza. È più piccolo.
Il suo utilizzo invece è diverso: si usa per indicare quando dividere in due una parola, sopratutto se si tratta di nuovi termini nel linguaggio, come
“co–progettazione” oppure “giallo–verde” (il nuovo governo indicato in base ai colori dei partiti dai media).
Si trova anche nella formazione di due aggettivi:
“socio–educativo” o anche “italo–americano”
Inoltre lo trovi nelle parole onomatopeiche (ti dico subito cosa sono: quelle che indicano un suono! come nei fumetti) ad esempio: zig–zag; ping-pong e l’immancabile tic–toc dell’orologio.
- Le virgolette “ ” all’inglese o caporali «» all’italiana.
Comunemente usate per aprire un discorso diretto nel testo e per delimitarne la chiusura, si usano anche per riportare il discorso di qualcun’altro come nei due esempi:
Giuseppe disse: “Maria è uscita“.
Dante ha detto: “Nati non foste a viver come bruti…“
Singolare il suo uso per esprimere un’ambiguità, denotando allora un’interpretazione circa un termine cui non si attribuisce il significato solito:
Le disse che erano “fidanzati” ma si erano conosciuti ieri e lui aveva già un’altra “fidanzata” in città.
Racchiudono inoltre nomi di riviste e quotidiani e di libri
“Il Messaggero“; “Il Mattino“; “Il rosso e il nero” .
- La Barra obliqua / in inglese detta Slash
Ecco un’altro membro della famiglia Punteggiatura, serve per esprimere una sceltatra due opzioni: un’amica/o. Oppure per esprimere una frazione in un’unità di misura: il treno corre a 200 km/h.
Rintracciabile poi, frequentemente, nel linguaggio giuridico essendo utile ad indicare cifre: L. 104/1992 e inoltre utilizzabile per le date di nascita (Egli è nato il 01/01/1901).
Per delimitare i versi di una poesia:
“Taci. Su le soglie/ del bosco non odo/ parole che dici/ umane; ma odo/ parole più nuove/ che parlano gocciole e foglie/ lontane.” (La pioggia del Pineto, Gabriele D’Annunzio).
Abbiamo concluso questa breve carrellata per conoscere tutti, o quasi, i protagonisti della punteggiatura. Se sei arrivato fin qui, puoi gustarti in tutta tranquillità la filastrocca di Gianni Rodari, adatta a grandi e piccini, che parla proprio del segno in via di estinzione, il Punto e Virgola, quello per cui ti rinnovo l’appello contro la sparizione nel web!
La Famiglia Punto e Virgola.
C’era una volta un punto
e c’era anche una virgola:
erano tanto amici,
si sposarono e furono felici.
Di notte e di giorno
andavano intorno
sempre a braccetto:
“Che coppia modello”
la gente diceva
“Che meraviglia
la famiglia Punto e Virgola“
Al loro passaggio
in segno di omaggio
perfino le maiuscole
diventavano minuscole:
e se qualcuna, poi,
non è lesta
la matita del maestro
le taglia la testa.
Ti è piaciuta la poesia? Tu come usi la punteggiatura nel web? Scrivimi per ogni dubbio o anche solo per commentare e dire la tua!
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