Un quadrimestre è già andato. Dopo alcuni mesi di insegnamento dell’italiano L2 nelle scuole pubbliche di Aprilia (IC. Matteotti, G. Deledda e I. C. Toscanini) ho deciso di registrare qui delle esperienze vissute sul campo, nell’ambito dell’apprendimento di una lingua nuova per coloro che provengono da paesi che non siano l’Italia e dunque necessitano di migliorare, se non imparare ex-novo, questa nostra bellissima lingua.
Il Progetto Fuoriclasse ad Aprilia, la seconda annualità.
All’interno di un progetto di più ampio respiro, denominato “Fuoriclasse” di Save the Children Italia Onlus e realizzato da Psy+ Onlus, grazie al contributo di Bolton group, è prevista infatti una linea di inclusione linguistica. Quale strumento migliore per facilitare l’integrazione, se non la conoscenza della lingua alla quale, tutti i giorni, gli studenti non italofoni sono esposti? La dispersione scolastica, tema caro alle associazioni sopracitate, che mirano al raggiungimento del benessere per i minori, è composta da tanti tasselli. Oltre a diverse linee d’azione, quali i laboratori motivazionali, i percorsi per docenti e uno spazio dedicato alla socializzazione e al sostegno allo studio, è naturale che ci sia attenzione alle diverse lingue e culture all’interno di una società globalizzata come quella in cui attualmente viviamo.
Lingue e culture diverse: l’italiano per comunicare e non solo.
L’insegnamento in questo ambito necessità di impegno e dedizione da entrambe le parti (docente o facilitatore e studenti), quelli che possono apparire semplici “lavoretti per bambini o adolescenti” sono in realtà frutto di studio pratico e teorico, mirato a comprendere i meccanismi che possano facilitare l’arduo compito di imparare una lingua (e una cultura) “nuova”. Non a caso esiste la distinzione tra “lingua madre” e “lingua seconda” tesa a distinguere ciò che si apprende in un nuovo paese dal linguaggio a cui si è stati esposti sin dalla nascita (che nel caso delle migrazioni ad esempio, potrebbe senz’altro essere diverso.)
La lingua di contatto.
Quella che riguarda i minori immigrati può definirsi lingua di contatto, in quanto le occasioni scolastiche sono proprio quelle che aprono il confronto e “mettono in discussione” l’identità di origine, con i suoi usi, costumi e abitudini racchiusi nella parola cultura; spesso la lingua che si parla a scuola, l’italiano, non è la stessa che si parla a casa, coi familiari, dove si continua spesso ad utilizzare la lingua di origine. Non per tutti è così, ma per alcuni, – forse molti oppure pochi, dipende dai punti di vista – è così e diventa necessario aiutare questi ultimi nell’utilizzare il linguaggio che serve loro per poter agire nel contesto scolastico e sociale.
Apprendere nelle scuole elementari: imparare giocando.
Le attività che svolgo comprendono diversi gruppi di età e vari gradi di scolarizzazione , nelle scuole elementari prevale una metodologia ludica, che fornisce la cornice per mettere in scena diverse tecniche didattiche, cercando di far evitare “lo sforzo” legato ad un apprendimento meccanico. Lo sviluppo di filastrocche, canzoni e fiabe possano al contempo divertire i bambini mentre stanno imparando. Inventare o disegnare la conclusione di una fiaba può essere la “fine” di un’ unità di acquisizione, mentre cantare l’alfabeto con un supporto video tipo “karaoke” diverte e incuriosisce i piccoli discenti.
L’adolescenza e i suoi “linguaggi”.
Alle scuole medie cambiano gli obbiettivi e l’età degli apprendenti e seppur sia richiesta una lingua adatta al contesto, la cosidetta “lingua dello studio” (è importante considerare che, secondo le teorie di Cummins ci vogliono dai 5 ai 7 anni per raggiungere tale livello…) è necessario soffermarsi sulla cosiddetta “lingua della comunicazione” per poter migliorare le capacità di socializzazione, sviluppando anche le abilità sociali.
Quali temi per gli adolescenti? (Tema inteso come argomento non come stesura di testo scritto).
I temi che si possono affrontare sono quelli più vicini al mondo adolescenziale in genere: l’amicizia, la pace, la guerra… Argomenti che si ritrovano poi in tanti testi letterari scolastici, ma anche nelle notizie lanciate dai media, ad esempio nei telegiornali che ci aggiornano sui paesi in guerra. Sicuramente la semplificazione dei testi costituisce una facilitazione che è utile tener da conto, dato che presentare testi lunghi e complessi risulterebbe demotivante e controproducente per chi non ha una padronanza sufficiente della lingua italiana. Brevissimi video per introdurre tematiche su situazioni comunicative comuni sono apprezzati dagli adolescenti come anche i giochi di coppia. Inoltre le attività individuali mettono alla prova i giovani alunni, che cercano in tal modo di apprendere una lingua, per la maggior parte, ancora da scoprire.
In attesa di riprendere le attività dopo la pausa natalizia e di fine anno (ma anche dell’Epifania) puoi vedere una videoclip che sintetizza (molto!) le mie ultime esperienze nell’italiano L2.
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