Imparare ad usare la punteggiatura alle giuste dosi, senza effetti collaterali.
Scrivere sul web non esonera dalla conoscenza delle regole grammaticali sulla punteggiatura, anzi maggiore attenzione è richiesta al web-writer per dare il giusto ritmo e l’adeguato tono al post lanciato nella rete. Sembra infatti che la scrittura on-line faciliti la tendenza al suo abbandono…
Tutti sappiamo scrivere, ma quanti conoscono perfettamente questo sistema di simboli grafici?
Dato che è impossibile ignorarli, iniziamo a conoscere i tuoi compagni di avventura inseparabili nel dettaglio.
Che cosa è la punteggiatura?
Wikipedia, col suo tono enciclopedico, ci informa che:
In una lingua scritta, la punteggiatura è un sottosistema di segni paragrafematici, detti per l’appunto ‘di punteggiatura/interpunzione’, usati per separare o terminare unità lessicali di base e frasi.
ALT! Cosa sono i segni paragrafematici?
Per segni paragrafematici si intendono semplicemente quei segni che non hanno un’espressione in un’unità fonetica (non li puoi pronunciare come fossero una lettera dell’alfabeto) ma che aiutano la lettura del testo, cioè: il punto, la virgola, il punto esclamativo etc…
A cosa serve la punteggiatura?
Se lo sarà domandato ironicamente James Joyce quando scrisse “Ulisse” nel 1922, pensando non servisse a niente. Ovviamente scherzo, ma ti racconto un utile curiosità.
Mi spiego.
Questo libro rappresenta uno dei primi romanzi moderni del XX secolo e il suo rapporto con i segni d’interpunzione è problematico: la tecnica di scrittura innovativa in quei tempi è detta “del monologo interiore”.
L’autore descrive il “flusso di coscienza” nel monologo di Molly Bloom attraverso 40 pagine che contengono (udite, udite!) appena un paio di segni di punteggiatura.
La morale finale in tutto ciò è che non possiamo prenderlo come esempio.
Tentativi di emulazione sarebbero una delusione cocente e, al di là delle nobili intenzioni dell’autore, sicuramente rischierebbero di essere mal interpretati e confusi; sembrerebbero per l’appunto, banalissimi errori grammaticali.
Usare la punteggiatura serve a comunicare meglio espressioni, concetti, sensazioni ed emozioni.
A chi serve la punteggiatura?
A tutti.
Chi desidera imparare a comunicare meglio per lavoro (copywriter, webwriter, blogger e via dicendo) o per un proprio arricchimento culturale e personale (ma soprattutto di chi legge) ha necessità di conoscere e attenersi scrupolosamente al nostro amato sistema di segni.
Per non parlare degli studenti, di qualsiasi ordine e grado, quotidianamente alle prese con temi e argomentazioni da portare a termine per il famigerato voto finale.
Vediamo alcuni (non tutti) principali segni di punteggiatura nell’italiano:
- Il Punto.
Pone fine ad una frase principalmente, va usato con cautela. Indica una pausa forte in un discorso. Giusto scrivere frasi semplici, moderatamente brevi e non eccessivamente lunghe per non affaticare il lettore e facilitargli la comprensione del testo. Una sintassi troppo arzigogolata rischia di far perdere il filo del discorso.
Inoltre il punto attribuisce significato alla comunicazione e può addirittura mutare le intenzioni di chi scrive. Non si consiglia il suo uso dopo il soggetto e prima del verbo. (Marco, mangia una mela.)
Un altro esempio pratico:
Andiamo avanti con:
- Il Punto e Virgola ;
Nome del mio blog ( credo che lo avrai notato) è un segno importantissimo, seppur il suo significato appare a molti oscuro, tanto da sembrare inutile. Sta scomparendo dal web e io sono una strenua sostenitrice della sua utilità nel discorso; aiutami in questa lotta di resistenza, non facciamo sparire il punto e virgola dalla scrittura on-line!
Tornando al suo significato, ti dirò che la pausa stavolta è più forte della virgola ma lontana da quella espressa dal solo punto. Quindi stando tra il punto e la virgola… si chiama punto e virgola!
Nella scrittura, sia web che su carta, può essere usato per spezzare due frasi tra loro collegate e congruenti logicamente; nell’esprimere un concetto in più periodi senza arrivare all’eccesso di un drastico punto separatore.
Morbido e maneggevole si adatta ad essere il giusto compromesso nell’unire ma nel contempo separare due periodi.
- La Virgola ,
Virgola non è solo il nome del tuo gatto; o quello del tuo canarino. A parte scherzi, la pausa nel discorso qui si fa breve, puoi continuare a parlare o meglio scrivere, senza interrompere il discorso. Il tempo di un respiro, qualche secondo, e si ricomincia la lettura!
Quando non va usata? Tra verbo e complemento ad esempio.
- I Due Punti :
Spiegare ancora meglio la frase precedente è d’obbligo con i due punti. Aiutano il lettore a capire meglio cosa vuoi dire. Mi spiego: eccoli a sinistra, i due punti, e servono proprio ad argomentare meglio cosa stai scrivendo. (“Ci sono due quadri in questa stanza: uno a destra e uno a sinistra.”)
- I Tre Puntini di sospensione …
Sono solo tre. Non quattro o cinque.
Anche nel programma di scrittura word sono tre, come fossero una lettera dell’alfabeto. Possono essere usati alla fine di una frase per lasciare in sospeso il finale oppure per evidenziare la distanza temporale prima di una frase importante. Sul web si scrivono senza uno spazio dall’ultima parola che li precedono e lasciandone uno dalla parola che li succedono; inoltre non si mette la lettera maiuscola se si continua nella medesima frase.
Osserva:
“Stavo aspettando… quando sei arrivato all’improvviso!”
Te lo dico con certezza dopo essermi occupata per un pò di tempo di revisione di testi, correzione ed editing di libri di vario tipo, da quello accademico e specialistico al romanzo!
- Il Punto Interrogativo ?
Detto comunemente punto di domanda, di frequente si verifica un suo abuso più che un uso. Infilato dappertutto lo ritroviamo anche nelle formattazioni dei pc che sembra leggano un simbolo per un altro.
Avete presente quel quadratino nero con il punto interrogativo dentro,che appare al posto di una lettera? Oggi sono meno frequenti ma ancora esistono nel web.
Il suo abuso intenzionale, invece, non conosce ancora spiegazione certa. Si pensa che gli abusanti vogliano conquistare appeal buttandolo a casaccio nel discorso, per sembrare più interessanti e dediti a pensieri approfonditi senza risposta alcuna; oppure non conoscono bene il suo uso.
Probabile la verità stia nel mezzo; dunque domandare è lecito, se si usa il punto interrogativo.
A proposito, e se dopo c’è il punto interrogativo?
Quest’ultimo si attacca… ai puntini! E non si lascia lo spazio bianco.
Come nell’esempio qui:
“Se ne era davvero andato…?”
- Il Punto Esclamativo !
Eccolo! È arrivato! È lui!
Come vedi il punto esclamativo pone enfasi alla frase; la carica di significato emotivo a seconda del contesto del discorso. In nome della sobrietà della tua scrittura sei pregato di non eccedere nell’abuso. Mi appello al tuo buon senso.
Si usa anche insieme all’interrogativo per esprimere incredulità, stupore e per frasi il cui significato sta tra l’interrogazione e l’esclamazione.
Guarda qui sotto:
“Ma è successo proprio questo?! Incredibile?!”
- Le Parentesi Tonde ( )
Forniscono in genere un’informazione accessoria, specificando un esempio proprio tra i due segni ( ad esempio…) ma hanno anche altri utilizzi. Lasciando stare il loro uso nelle espressioni matematiche dei polinomi, ci limitiamo a vederle all’interno della lingua italiana.
Si usano anche per isolare un’informazione su un altro piano rispetto ad un discorso, simile al trattino lungo insomma.
Anche le riflessioni, le puntualizzazioni possono essere accolte dalle parentesi senza bisogno di interrompere il testo (che mantiene una sua fluidità, come puoi vedere proprio adesso).
E ancora: aggiungere elementi ad un discorso, anche sotto forma di commento;
“Sappiamo tutti (a parte te) che la matematica non è un’opinione”.
Il punto, se la frase termina va sempre inserito dopo la parentesi e mai dentro di essa. Niente spazio bianco tra la prima e l’ultima parola contenute nella parentesi, ma uno (spazio bianco, s’intende) tra la lettera che precede e quella che è successiva, se c’è.
“Era a letto (con suo marito).”
Ci sarebbe ancora molto da scrivere sulla punteggiatura, ma l’articolo finisce qui (per il momento).
Non è esaustivo ma è un buon inizio per accostarti all’uso sapiente e misurato dei segni di interpunzione in maniera equilibrata e senza eccessi nella tua attività di scrittura per il web.
p.s. Ho volutamente usato il maiuscolo all’inizio dell’elenco dei segni, l’ho fatto per trattarli quasi fossero “persone” con un nome proprio. Questo poichè sono loro i protagonisti indiscussi di questo articolo.
Tu che stai leggendo adesso, quanto curi la punteggiatura?
Dimmelo, aspetto un tuo messaggio!
PER SAPERNE DI PIU’:
Consulenza linguistica Accademia della Crusca
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